Essere mamma di un bambino prematuro potrebbe già essere considerato un lavoro vista la miriade di visite, controlli e spesso purtroppo interventi chirurgici a cui questi “piccoli guerrieri” sono sottoposti nella loro battaglia per la vita iniziata con troppo anticipo.
Per stare al passo con la sua crescita sei costretta a familiarizzare con termini dal suono orribile che si tramutano in cavi, aghi e rilevatori di ogni tipo che inizi a guardare con meno disgusto quando comprendi che sono necessari per aiutare il tuo “piccolo fragile” nella lotta per sopravvivere. Il primo abbraccio viene rimandato, le carezze centellinate e anche il tuo sguardo è schermato da una culla così calda all’interno quanto fredda se vista da fuori.
Conosco bene queste emozioni, le ho vissute sulla mia pelle sperimentando il continuo alternarsi di euforia e delusione, di speranza e rassegnazione senza potermi permettere di mollare perché da genitore non puoi gettare la spugna quando vedi il tuo piccolo miracolo che si aggrappa alla vita giorno dopo giorno.
Uscita dal turbine di queste emozioni, o dopo aver almeno accantonato il periodo più frenetico, ho subito cercato di mettere la mia esperienza a disposizione delle altre famiglie di bimbi nati prima di essere pronti per farlo ed oggi mi occupo dell’aspetto pedagogico e relazionale all’interno di un progetto che coinvolge più di 20 ospedali in tutta Italia comprendendo molte delle maggiori Terapie Intensive Neonatali presenti sul territorio.
Gestire l’impatto emotivo delle prime settimane, pianificare il ritorno a casa, supportare le famiglie nel loro percorso che non sempre giunge a un lieto fine è una bella responsabilità ma affronto questo progetto con l’animo combattivo che il mio Tommy ha sempre dimostrato.
In questo percorso l’osteopatia è stata davvero un valido supporto ma, per garantire la possibilità a tanti prematuri di usufruire di questi trattamenti, bisogna produrre dati scientifici affidabili sulla sicurezza e la validità di questo approccio. Questa è la mission. Diffondere le cure osteopatiche in quante più Terapie Intensive Neonatali (TIN) possibili e aiutare questi minuscoli combattenti a diventare dei piccoli miracoli.